C’è un tempo in cui una donna decide di ricorrere al Pronto Soccorso, l’ennesimo o il primo livido segnano un punto di rottura. Il Punto di Ascolto “S.O.S. Violenza per donne e minori” si situava presso l’accettazione (o triage) dei Pronto Soccorso come luogo in cui era immediato l’incontro con la donna e/o il minore vittima di violenza.
Dal momento in ci la donna dichiarava di trovarsi lì per un episodio di violenza le si proponeva un primo colloquio come occasione (la prima, e in alcuni casi, l’unica) per raccontare e raccontarsi, condividere la propria storia.
Il lavoro della psicologa in Pronto Soccorso si strutturava come accompagnamento all’iter sanitario della donna e aveva come valore intrinseco quello di fare le cose insieme a qualcuno, condividere quello che era successo.
Ulteriore passaggio da fare consisteva nel fornirle orientamento verso la Rete delle Istituzioni e dei Servizi Territoriali quali preziose ed ulteriori risorse utili alla risoluzione delle singole situazioni.
L’obiettivo finale di quell’incontro era, l’integrazione tra l’intervento medico specialistico, che mira alla cura del sintomo ed un intervento di natura psico-sociale finalizzato a garantire accoglienza e ascolto della donna e/o minore. Inoltre il lavoro delle psicologhe al di là del mero contesto del Pronto Soccorso era sensibilizzare e contaminare gli operatori degli altri reparti ospedalieri al riconoscimento e contrasto della violenza di genere.
Se vuoi approfondire puoi leggere l’articolo “S.O.S Violenza donne e minori”: Il Punto di Ascolto presso i Pronto Soccorso degli Ospedali della città di Venezia di Giorgia Fontanella e Silvia Lelli.