Il progetto è stato realizzato grazie al sostegno dell’Unione Europea (Just/2011/dap/3242). Ha coinvolto il Dipartimento di Psicologia della Seconda Università degli Studi di Napoli sotto il coordinamento della prof.ssa Anna Costanza Baldry in collaborazione con la Rete Nazionale dei Centri Antiviolenza “D.i.Re.”, dell’Università Mykolas Romeris della Lituania e del Dipartimento di Legge dell’ Università di Cipro.
Il progetto ha posto l’attenzione, per la prima volta in Italia, sugli orfani di femminicidio, su quanto accaduto nelle loro vite dopo la perdita della madre, uccisa ingiustamente da una cruda realtà purtroppo ancora contemporanea: la violenza contro le donne.
Il progetto ha avuto il merito di monitorare i casi degli “Orfani Speciali” e di indagare cosa era accaduto loro dopo l’evento traumatico: “Dove vivevano? Con chi? Come stavano?”
E’ emerso un numero considerevole di orfani -una moltitudine di bambini e bambine, ragazze e ragazzi- il cui destino è caduto nel dimenticatoio non appena i riflettori dei media si sono spenti.
Per la prima volta è stata data voce agli orfani e alle loro famiglie affinché potessero esprimere i loro bisogni: psicologici, sociali, formativi/professionali ed economici.
A conclusione del progetto sono state redatte, a esclusiva responsabilità delle/degli autrici/autori, delle linee guida di intervento che, sebbene non possano in alcun modo considerarsi il riflesso delle opinioni della commissione europea, rappresentano un primo importante riferimento in materia di orfani di femminicidio.