KIKI (2015-2017)

Uno spazio dedicato ai/alle minori vittime di violenza assistita

La cooperativa è ideatrice, promotrice e gestore dello spazio di “KIKI” un dispositivo integrato per la tutela e la promozione del benessere psicofisico dei figli e delle figlie delle donne che si rivolgono ai centri antiviolenza.

L’intervento è stato realizzato all’interno degli spazi della cooperativa Iside di Mestre accogliendo i/le figli/e delle donne dei centri antiviolenza “Estia” con sede a Mestre e Venezia, “Sonia” a Noale e “Nilde” a Castelfranco Veneto

Nel progetto convergono le experitise da anni consolidate all’interno della cooperativa i cui ruoli sono definiti e distinti:
-le operatrici dei centri antiviolenza con il ruolo di presentare “KIKI” alle donne seguite dopo aver raccolto approfondite informazioni riguardanti la violenza assistita;
-le psicologhe esperte in interventi in età evolutiva che conducono i percorsi psicologici direttamente con i minori volti all’espressione e gestione delle emozioni, dei processi di differenziazione dalle dinamiche maltrattanti, dando nuova vita ai bisogni relazionali e ripristinando i processi di crescita;
-l’area fundraising-comunicazione della cooperativa che da anni porta avanti le raccolte fondi e le campagne di comunicazione.

“KIKI” rappresenta un luogo di protezione e cura per i/le bambini/e e gli/le adolescenti che hanno vissuto esperienze di maltrattamento e violenza e si trovano a convivere con una sofferenza confusiva alimentata all’interno di esperienze di violenza assistita intra-familiare. Si struttura in percorsi di sostegno psico-educativi per i/le minori volti al loro benessere e all’inclusione sociale.

Il progetto intende contribuire in modo significativo all’emersione e alla comprensione del fenomeno della violenza assistita dedicando interventi psico-educativi nell’obiettivo di interrompere il passaggio intergenerazionale della violenza. I risultati raggiunti riguardano l’interruzione di alcune dinamiche che coinvolgevano i minori come spettatori ed il cambiamento dei vissuti ad essere collegati con un miglioramento dello stato psico-fisico e relazionale.

Ad oggi il progetto “KIKI” potrà essere riattivato solo attraverso raccolte fondi dedicate che possano ampliare l’intervento anche agli orfani di femminicidio.